Immediatamente dopo la grande crisi del 1929 e sulla scorta delle previsioni contenute anche nel Progetto per il Piano Regolatore della Città di Como – motto C.M.8 (di Piero Bottoni, Cesare Cattaneo, Luigi Dodi, Gabriele Giussani, Pietro Lingeri, Mario Pucci, Giuseppe Terragni e Renato Uslenghi del 1933-1934) si iniziò la costruzione del Welfare State fascista. Le prime funzioni pubbliche, realizzate secondo quelle prescrizioni, furono proprio quelle dislocate a lago, nella zona più bella della città di Como e in continuità con il preesistente fronte lago Belle Époque. Quelle dell’ingegnere politecnico Gianni Mantero, di formazione eclettica, saranno tendenze, procedimenti e pratiche che poco avranno in comune con la linea ufficiale del regime, principalmente volta a supportare le necessità dell’immaginario collettivo fascista attraverso la declinazione oleografica del progresso, della velocità e del mito macchinista. Procedure attuate nelle colonie elioterapiche a forma di treno, di aereo o nave: montaggi mediatici che non parleranno più l’antico linguaggio architettonico. Analoghe risonanze, in versione futuristica, sono rinvenibili, nonostante tutto, anche nel Monumento ai Caduti a lago di Giuseppe Terragni, mentre nella costruzione dell’Opera Nazionale Balilla, edificio in linea parallelo al Novocomum, vengono ri-utilizzati gli strumenti e le parole dell’Architettura. In questo edificio, allora sede delle attività sportive dei giovani Balilla, si possono facilmente rin tracciare tutte le diverse strategie e le plurime tendenze compositive utilizzate e sperimentate dal Razionalismo Comasco nella ri-costituzione delle parole del moderno. Ad esempio è identificabile la linea astrattista, dove l’accento è posto, alla maniera greca, sul singolo elemento sintatti co. Scelta linguistica che consente di individua re le cifre di alcune tendenze neoplastiche ben conosciute e praticate dal collezionista eclettico (di ex-libris) Gianni Mantero. Presente è anche la linea novecentista, finemente intrecciata con gli sviluppi formali di certa architettura francese ascrivibile al Razionalismo di Robert Mallet Stevens. Infi ne si può rintracciare la modalità pratica del costruire esente da ogni suggestione for male cara a Giuseppe Pagano Pogatschnig e ben testimoniata dalla capacità tecnica conseguente alla formazione politecnica dell’ingegner Mantero. Ma sopra tutte le tendenze sovrasta quel serrato dialogo con la cultura architettonica europea, con la Turbinenfabrik di Peter Behrens, capace, in terra comasca, di innescare l’apertura a quell’antico linguaggio architettonico. In que sto circoscritto luogo del moderno, le antiche matrici architettoniche, coerentemente inserite all’interno del processo produttivo dell’indu stria edilizia, riprenderanno a produrre nuove figure architettoniche. Come disporre le diverse fi gure architettoniche su un unico allineamento e contemporaneamente dar parola alle diverse funzioni-figure? È un tema già sperimentato nel complesso monumentale Duomo-Broletto Torre Civica della città murata. Negli studi per la Casa del Balilla si sperimentano due diverse ipotesi formali di controllo dell’edificio in linea: costruzione ritmica (del tipo A-B-A-B) contrapposta a registro compositivo palindromo (ad esempio A-B-C-B-A ). Prima ipotesi: lo spazio sarà costruito unicamente dal ritmo astratto delle lesene anteposte alla facciata. Qui riappariranno le cifre stilistiche rassicuranti del moderno, forse molto vicino a certo frasario utilizzato anche da Moisej Ginzburg. Seconda ipotesi: quel luogo sarà costruito dalle diverse figure-funzioni tutte disposte, in serrata se quenza, sull’allineamento predefi nito. Il corpo in linea affiancherà lo stadio: il suo centro sarà leggibile anche nel fronte verso il Novocomum. Gli studi preparatori argomentano minuziosamente entrambe le ipotesi, anche se prevarrà la seconda: siamo davanti a uno dei capolavori del Razionalismo Comasco. Per poter meglio comprendere quelle scelte compositive, può essere di sicuro aiuto il confronto tra la strate gia compositiva di Gianni Mantero e la tecni ca della prospettiva raggiante medievale a più fuochi. Nel centro della parola palindroma A B-C-B-A prevale il portale-pronao gigante po sto a segnare il centro dell’edificio in linea, la larghezza della tribuna interna allo Stadio, l’asse di simmetria dell’edificio. Di fronte al Novo comum si costruisce un corpo tripartito. Dal portale posto sul fronte strada si può accedere all’atrio-scala in ferro che affaccia, – Giano bifronte – direttamente all’interno dello Stadio. A ovest la più magistrale re-interpretazione figura tiva: la nuova piscina nasce all’interno di un edi ficio a pianta basilicale. L’abside ovest, in ferro e vetro, ospita il trampolino della piscina e serra l’edificio in linea, riunendo ciò che era separato. All’interno della basilica-piscina è collocato un trampolino neoplastico avvolto dall’esedra in ferro-vetro. È forse l’omaggio meglio riuscito alla linea astrattista del Razionalismo comasco. Sicuramente colloquia a distanza con la cultu ra figurativa olandese, indirizzo che godrà di larghi consensi soprattutto nella critica inter nazionale del dopoguerra. Poco lontano, nella sede Canottieri Lario, si trova un altro tram polino poeticamente vicino al Razionalismo svizzero-tedesco: quello della rivista “ABC”, di Hans Schmidt, Hannes Meyer, El Lissitzky e Mart Stam. Anche qui il tuffatore, presente negli affreschi del Songa, re-introduce, nel fare moderno, l’antico linguaggio greco. Con una certa spregiudicatezza possiamo confrontare la cittadella razionalista con la piazza del Club Ru sakov di Konstantin Mel’nikov. A Como, nella nuova cittadella dello sport e del tempo libero, si utilizzano analoghe modalità compositive. Nello spazio non prospettico situato nella parte nord-ovest della convalle, parallelo alla Strada Regina e di fronte al lago, già interessato dalle costruzione delle ville neoclassiche, si insediano diverse figure architettoniche. Dentro questa piazza di campagna, il ruolo svolto dal Novo comum e dalla Casa del Balilla è paragonabile proprio a quello del Club Rusakov. Confron tiamo ora le colonne di Gianni Mantero con quelle di Giuseppe Terragni. Nel Novocomum sono facilmente individuabili i tre elementi: il basamento, i rocchi tagliati da volumi abitati o dai piani dei solai e il capitello gigante. Nella Casa del Balilla di Gianni Mantero sono rinve nibili: il rocchio-esedra in vetro che avvolge il trampolino appoggiato sul dado basamento e la colonna del corpo scale contrapposta alle colon ne del Novocomun. Questo determina soluzio ni geometriche, funzionali e tecnologiche pro fondamente coerenti. Quando si pensa di aver colto l’essenza dell’edificio e si entra in sintonia con il luogo, con i giardini pubblici, con il lago, e con il Novocomum che gli sta titanicamente di fronte, e si entra nella piscina, improvvisa mente si sente il mondo delle antiche figure del Linguaggio architettonico che risuona chiaro e articolato nell’aula. Fuori, le colonne del Novocomum e il rocchio gigante della colonna in vetro della Casa del Balilla, posato sul basamento della piscina, partecipano alla costruzione della nuova via delle colonne razionalista. I matronei con i gradoni, il trampolino-ciborio, la piscina con l’esedra in vetro che raccoglie e chiude l’asse maggiore della vasca, rimandano immediatamente alle antiche matrici architettoniche che, in un qualche modo, le hanno generate. La piscina è interamente ispezionabile e l’invaso è sorretto da colonne come nelle antiche cisterne ipostile romane. L’esedra in vetro posta a ovest, circonda il trampolino e diffonde la luce d’oro sullo specchio d’acqua della piscina: diventa impossibile non paragonare i riflessi di quella luce con quella dorata delle cupole di Santa Sofia.
[ALBERTO NOVATI da MANTERO: CENTO ANNI DI ARCHITETTURA]